Napoli, 21 luglio 2012 – Lo stadio non si muove da Fuorigrotta. Lo stadio del Napoli è e resterà il San Paolo. Un monumento, e come tale non può cambiar nome e neppure indirizzo. Aurelio De Laurentiis lo pensa, lo sottolinea e, all’occorrenza, lo ribadisce. E lo ha fatto ora da Dimaro, nella sua chiacchierata con i tifosi, con un rinnovato e perentorio no all’ipotesi di trasferire il Napoli in un nuovo stadio che dovrebbe essere costruito nel quartiere di Ponticelli. E non sono mancate bordate al sindaco di Napoli. “De Magistris – ha detto il patron azzurro – si è messo in testa che prima di andarsene via a tentare la sua carriera politica a Roma vuole lasciare un segno tangibile a Napoli”. E se le bordate non mancano, assente non lo è neppure il folklore. “De Magistris – ha aggiunto il patron – ha capito che il Napoli è una cosa importante, popolare, che dà immagine, quindi cosa c’è di meglio che giocare sullo stadio?”. E il termine che ha adoperato per tratteggiare la personalità del primo cittadino è stato fuori da ogni metafora:, paraculo. Proprio così. “Un paraculo – ha ribadito e sottoscritto il presidente del Napoli – che ha fatto i conti senza l’oste”. Ovvero, che in base al nuovo disegno di legge, che gongola alla Camera, lo stadio lo può fare solo il club, questo perché i soldi dello stadio vengono usati per finanziare il club e viene dato a chi lo costruisce la possibilità di fare altre costruzioni collaterali commerciali, così da azzerare eventuali perdite. Dunque, un entrata ulteriore e programmatica per il club stesso.
E ancora accuse all’ex pm e a un accordo che avrebbe trovato con la leader del Consorzio Naplest, Marilù Faraone Mennella, concorte dell’ex presidente di Confindustria Antonio D’Amato, e alla testa della cordata di imprenditori che ha presentato il progetto del nuovo stadio a Ponticelli.
“Il nostro sindaco – sbotta De Laurentiis – ha avuto i voti della Mennella che è una torrese ed ha interesse a sviluppare Ponticelli. E che mi è venuta a trovare tre anni fa e alla quale ho detto che lo stadio a noi serve per fare fatturato, per comprare i giocatori, quindi non lo possiamo far fare a un altro”. Laconico nella sua replica: “Se io fossi presidente del Napoli sarei felice se il sindaco volesse fare uno stadio: è quello che mi chiedono i napoletani. Che il San Paolo non va è d’accordo anche il presidente. Ma non aspettiamo che crolli, prima di valutare nuovi progetti”.
Giuseppe Porzio
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